Il Museo d’Artiglieria nasce nel giugno 1843 quando il re di Sardegna Carlo Alberto approva la proposta di costituirlo avanzata dal Gen. Vincenzo Morelli di Popolo, Comandante Generale dell’Artiglieria: è quindi il più antico museo militare italiano.
Al momento della sua fondazione accoglie tutte le collezioni conservate nelle varie articolazioni organizzative dell’Arsenale di Torino ed è collocato in alcuni suoi locali: il suo scopo è di “tornare di somma utilità all’istruzione di questo Real Corpo [d’Artiglieria] ed in pari tempo ad esso di lustro”, “colla mira di compiere con questo nuovo Stabilimento la bellissima collezione d’armi antiche e moderne fatta nel suo palazzo da Re Carlo Alberto...”.
Con il passare degli anni affluiscono nel Museo armi leggere e pesanti, bianche e da fuoco, modelli in scala, incisioni, dipinti, libri, fotografie, costituendo una raccolta unica e preziosa di testimonianze delle guerre e della tecnologia del Risorgimento e delle successive trasformazioni fino ai giorni nostri.
Le artiglierie vere e proprie sono ampiamente rappresentate ma non costituiscono la maggioranza delle collezioni, che includono un’ampia gamma di attrezzature militari per ogni tipologia di impiego.
In particolare le collezioni comprendono parecchi oggetti costruiti nel Regno di Sardegna nel Settecento, quando, pur non esistendo un vero e proprio Museo, varie raccolte a carattere militare erano presenti nell’Arsenale e, dopo le razzie francesi della Rivoluzione e dell’Impero, furono in parte recuperate.
Dopo l’Unità numerosi esemplari di bocche da fuoco in bronzo e in ferro di particolare pregio provenienti dagli Stati pre-unitari furono salvate dalla distruzione e documentano l’evolversi dell’arte e della tecnica della costruzione dei cannoni dai primi tentativi medievali in poi.
Escludendo le armi moderne, che rientrano in una differente sfera di interessi, le imponenti collezioni storiche del Museo costituiscono un insostituibile documento della storia di Torino capitale del Regno sabaudo, collegando e completando i percorsi culturali dell’Armeria reale e del Museo Nazionale del Risorgimento e trovando riscontro nei documenti conservati nell’Archivio di Stato di Torino.